Bibbia

Etimologicamente: i libri. Nella tradizione giudaico-cristiana è il segno per eccellenza della comunicazione tra Dio e l’uomo. Essa è diventata, volta a volta, preghiera, motivo di riflessione culturale, espressione artistica, facendosi oggetto della comunicazione tra uomo e uomo. Le diverse epoche, con linguaggi diversi (dai rotoli manoscritti, al libro stampato, fino ai Cd-Rom interattivi), hanno proceduto alla riappropriazione della testimonianza originaria in essa contenuta e continuamente attualizzata dalla tradizione.
Questo fatto giustifica lo spazio e l’articolazione concessi a questa voce in un dizionario della comunicazione. Le tre parti di cui essa si compone considerano rispettivamente:
A) la B. come fenomeno di comunicazione: la sua struttura, le sue funzioni, i generi di cui si serve per trasmettere il suo messaggio;
B) la comunicazione della B. nella pedagogia religiosa, con particolare riferimento alla pastorale e alla catechesi;
C) la traduzione della B. in immagine, in particolare nel cinema e nella televisione .
Questo percorso principale si arricchisce, in altre parti del dizionario, di altre voci che consentono una lettura più globale del fenomeno B. Esse sono: Biblia Pauperum; Cristo comunicatore; Parabola.

Vedi:

Bibbia. A. Struttura e funzioni comunicative

Bibbia. B. Criteri e forme per la comunicazione

Bibbia. C. Immagine e audiovisivi